Ognuno

cammina sul filo di un lungo
giorno sempre unico

.

restiamo corolle fiorite
intrise di commozione
arrossite di gioia improvvisa

.

magari

l’abbraccio del vento spezzerà
l’incantesimo che ci rese
rose delicate ma vive.

Lucia Merli, L’aquilone


L’ombra delle nuvole
sulla pelle rosa

.

come cipria, negli occhi
il sole di un acerbo sorriso e
davanti a me l’azzurro.

*

Claudio Bravo

ma è qui
nel filo verde
di quest’ora
nata da un attimo
un minuto che crepita e cede
il passo al prossimo
un istante dopo l’altro
torce
di luci
strette in un solo tessuto di a-
tomi di un inizio
sempre.

.

un filo
uno alla volta
e una tramatura
dall’origine sino a qui.

*

Per dire

Per dire che l’occhio diviene farfalla
E tace l’ombra accudita dai sogni
Separo le imbeccate dei momenti
In divenire come rocchetto separato
Dal filo che corre
Dispongo le mani a ventaglio
A raccogliere vento
E mandorle dolci
a sedare un dolore.

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cammino

su un binario

affollato di volti in partenza

prendo al volo il treno

.

scenderò alla solita fermata

.

conto alberi case ombrelloni

nasce un racconto vivo e fresco

mi ritrovo alito di vento

onda passante da un pensiero

a un sogno

fino alla pioggia di un breve momento

dove eleggo dimora

Fili mai recisi

sarebbe bello viverli in colori sfumati

st(r)ingendo la paura di perderli improvvisi

.

soave profumo di nutrimento

dolce tepore di corpo materno

avvolge la stanza ovattata

or-me ridenti passeggiano

mi lasciavi con un bacio

a sera raccontavi  giochi di altri bambini

.

riavvolgo il gomitolo di lana comprato al mercato

scucio il bottone dal  vestito di bambina

l’ago e il filo li conservo ancora

nella scatola dei biscotti

dolci stelle di pane

lievitate sotto coperta

a scottare le mani

.

da una nuvola silente

dipinta a parete

stilla il suono di pioggia notturna

mi infilo nel solito sogno

-la ricreazione, il cane Lola, il prato-

che ancora mi spunta in testa

Addio al Generale inverno

fotografia scattata lungo la strada per Venosa

.

Nell’ombra e nel silenzio

maturano gli eventi

.

un ciliegio posto in ascolto

a sentinella di verdi filari

vigneti accesi da luce ovattata

scandiscono numeri a due cifre

.

frugo negli interstizi

tra le parole sbiadite del tempo

resta il suono di un risveglio

che sempre mi innamora.

 23/03/2010

Giro di sito di Cristina Bove

Nicholas Roerich

.

cristina bove

.

Girovagare con due torce in mano

una per la speranza

una per dire addio

e senza fare un passo oltre la soglia

chinarsi un poco

a raccattare i resti

.

portano ancora i segni di ganasce

i polsi, sortilegi da piccole spelonche

avatar di ripiego

.

si presuppone un luogo

fatto di spaziature e di frequenze

speziate, amaramente amare

o restare insediati

tra virgolette e sbarre

.

ho gli occhi di gramigne

mi passa un velo che li fa di nebbia

e i miei colori – oh, i miei colori!-

mi tradiscono il vero.

.

Tu mi racconterai di giorni alterni

di quando senza redini

criniera al vento

eri il satiro di una ninfa triste.

.

Forse ti additerò una stella

infissa nel mio petto, una tardiva

stella. D’un tempo infinitesimo sarai

zampillo e sogno

e non t’accorgerai d’essere eterno.

.

In volo

regalami due mollette

a legare i pensieri

sul cuore

Anne-Julie Aubry

D’estate i quaderni riposavano pigri

mia madre li riponeva

nella stanza fresca

dentro metteva una spiga di lavanda.

fiori secchi poco profumati

segnalibro di pagine ingiallite

splendori rari di eleganza

soffiati tra le mani.

Prima del sonno di Andrea Pomella

Maggie Taylor

E sempre un attimo prima di sprofondare nel sonno
sorrido
intravedo la sommità delle mie dita da ragazzino
la boscaglia, le tenebre, i sassolini
di una strada sterrata che costeggia un fosso
mi torna in mente qualcosa che ho perduto
dietro le palpebre, nella voce e nel sangue
l’innaturale declinazione del mio corpo
che di punto in bianco si ritrae
e come un cavallone frigge la sua schiuma
su una spiaggia rada e deserta
così riappaiono i volti giovani e spontanei dei miei genitori
mi precipito a salvarli senza esitazione
quasi stringendoli fra le dita con una forza che non mi è chiara
come fossero due tazzine vuote del caffè
sbattute l’una contro l’altra
frantumate

Ogni sera è sempre la stessa sera
e la mia vita sta tutta in un posto
un serpente velenoso avviluppato nella cesta
dove io non posso entrare

pagina di riferimento: http://andreapomella.wordpress.com/2009/11/26/prima-del-sonno/

Camminare

 

fotografia di Mario-borablu

“Così vagabondiamo verso la Terra Santa, finchè un giorno il sole splenderà più luminoso di quanto non abbia mai fatto, e illuminerà le nostre menti e i nostri cuori, e rischiarerà l’intera nostra vita con una grande luce che ci ridesterà, calda, serena e dorata come un raggio autunnale sulla riva di un fiume”.

 da “Camminare” di Henry David Thorau

ed ora…giochiamo

  Maggie Taylor

Una brughiera si fa architrave

di un ombrello post-moderno

piovono

semi da piantare

tra erbari di sillabe

due pecorelle vista presepe

osservano pazienti la semina

dei sogni

un mondo in conclave.

  Jacek Yerka

Se io pettino le pieghe di un abito stanco

dietro pesanti occhiate di vo(l)ti in partenza

alfabeti nomi amori ripiegati in cartolina

trascinate valigie di carta

lasciano cento immagini scritte sull’acqua.