l’albero, fu quell’albero a parlarmi
a dirmi una parola che neppure la voce di mia madre
aveva soffiato oppure ri-soffiato in me
ora aspetto che fiorisca germi di vita
graziosamente attendo
l’albero, fu quell’albero a parlarmi
a dirmi una parola che neppure la voce di mia madre
aveva soffiato oppure ri-soffiato in me
ora aspetto che fiorisca germi di vita
graziosamente attendo
Tra bicchieri sbeccati in lampi di solitudini
da annegare in un vaso di fiori dipinto alle pareti
dove può essersi cacciata la mano veloce
il tratto di penna poco lavorato
eppure diversamente non so scrivere
infatti non scrivo
cari viandanti o naviganti
prendo in prestito da Cartesensibili una pagina particolare, una raccolta di testi “fioccati” senza troppi fiocchi o nastrini, proprio come piace a me
vi segnalo che è appena “nato” il nuovo blog di Federica Galetto
lascio qui il riferimento e vado a darci un’occhiata…
Oggi si è conclusa la raccolta dei testi per “L’idea è che Natale sia Natale” di cui in un post più sotto trovate i riferimenti.
Tutti i testi presentati saranno rilegati e pubblicati in CarteSensibili a partire da martedì 14 dicembre
http://cartesensibili.wordpress.com/
naturalmente siamo tutti invitati
un grande grazie a Fernanda Ferrresso per l’idea regalo e per il lavoro che offre a tanta poesia
Il tavolo scoprì il capo, poi il petto
gli si offrì una tovaglia senza stoviglie
poi l’aria di fritto pettole e cartellate
sibilò come vento tra i denti
erano poche figure al presepe vivente.
Spezzato e dato in pasto agli affamati
su un tavolo spoglio insieme ad una zappa
tenda tra noi e la miseria
il non detto mentre i giorni corrono
il non amore nel grigiore dell’indifferenza
l’ingiustizia manifesta a cui siamo arresi
occhi e bocca cuciti senza respiro
eppure di noi ti compiaci
e vieni ad abitarci Messia.
*
http://viadellebelledonne.wordpress.com/2010/12/24/panis-angelicus-di-elina-miticocchio-n-19/
Vladimir Pajevic
Ad accogliermi un caleidoscopio di azzurri
e pietra del Mediterraneo
sono disarmata, non ho che meraviglia
qualcuno riconosco il volto
mi esorta ad entrare nel folto giardino
un tempo mi tenevi per mano e contavamo i salti
un giorno poi registrammo le cadute
la rivedo ora al tavolo ovale
sguardo distante e sereno
a dirmi del verde cangiante, del cancello
per metà aperto
non adesso, le rispondo
una voce in me ha gridato
un giorno sarò nel tuo giardino.
.
La bozza nasce dopo un viaggio con la musica di Bach (grazie ad Alma) e nel ricordo di un albero che tanto piace ad Angela
Mi piace condividere l’invito a partecipare ad una bella iniziativa promossa da Fernanda Ferraresso: diversi poeti hanno già inviato i loro testi sul Natale, tutti vivissimi.
C’è ancora tempo ma affrettatevi…
http://fernirosso.wordpress.com/2010/11/25/lidea-e-che-natale-sia-natale/
http://fernirosso.wordpress.com/lidea-e-che-natale-sia-natale/