Leggendo fernirosso è difficile scegliere un testo, una sola pagina di rapimento.
E’ mia abitudine stampare e conservare in una copertina di cartone le pagine dell’incontro.
Una la lascio interamente alla visione unendola ad una mia nota di lettura ad indicare la scelta.
Cerco l’ingresso
e cerco il filo
Arianna lo scelse dal suo stesso sangue
.
e cerco il mio amore
tra chiavi di suoni e viole di sole
il mio amore sfuggito senza la chiave di un dove.
.
Cerco una storia che mi navighi a vista
tra il tempo che è mio e quello del sogno
cerco una strada anche dentro la voce
.
dentro la pelle del toro disteso sulla sabbia
che dorme dentro un’ora fatta d’oro e sotto l’orlo della sera
lo copre come un bimbo che rincorre la sua corsa.
.
Cerco e mi cerco scrivendomi nel fianco
le parole che non hanno un costo
le parole che non fanno danno
.
il fiore che mi turba e non ha un posto
per crescere e morire come il fiore della vita.
Cerco la falce corta di una luce lesta
.
che non si arresta appena si fa buio e cerco la prospettiva storta
di una storia ancora onesta.
Ma dal centro di me stessa come da una sola stanza
.
sento filiare il tempo ogni suo arcuato movimento
sento il disordine scostante scardinare il vento
dagli assi dell’androne fino a quassù più in alto
nei quartieri di un piccolo fermento.
.
E finchè la vita mi appaia nella corsa
attraverso le fessure del mio sogno
apro l’uscita dove l’obliquità è regno del tempo
e Arianna scomparsa dentro il disordine di un passo
mi riappare.
http://fernirosso.wordpress.com/2010/11/11/cerco-lingresso/
*
Un giorno mi dicesti di cercare l’inizio
il filo d’amore continuo e teso
come corda d’acciaio invisibile ad occhi aperti
imparai ad annusare l’aria di pioggia
il suo respiro farsi accogliente
mai cercai la sua fioritura
ritardai di spalancare le ali
Dedalo bambino le aveva lasciate in una scatola
non la volli aprire
erano nuvole durevoli e salde a fare compagnia
e solitudini spezzate con fede
un tesoro chiamato miracolo dentro la voce
tempo, tempio, navigazione, attimo