Duy Huynh
Sorge da acqua di porpora
attaccata al palmo afona di un nome
esplora con gli occhi il pavimento fluttuante
del giorno e della notte i vasti corridoi
vorrebbe addomesticare lime del pensiero
forgiarlo a sua immagine senza indugio
imparare l’alfabeto dei giorni a venire
e già la sera avanza prepotente, sfila
la solitudine di quell’ora incollata alle ciglia.