chè il sogno mi trovi sveglia

Romina Dughero (fotografia)

chè il corridoio-cuscino avvolga la rete

Pensieri, onde e chiaroscuri

cresciuti tra le mani come stanze segretate.

Minute, fogli, spazi a colmare.

Un percorso pescoso lascia orme nel verde

inchiostri a chi racconta il suo umile giorno

nel grigiore di una lettera/lettura regalo di sabbia asciutta

veloce a correre tra dita

quanti punti da intrecciare e conchiglie in apparenza.

Friabile cogliere l’impermanente flusso che il mare regala

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dedicata

dipinto di Nadia Esposito

l’ombra di un sottile pensiero

a stringere con forza cartapesta.

scrigno di parole nel rosso memoria

luce che dagli occhi forgia il cammino

cappella e culla di bimbo /

sacro il respiro – ligneo

di albero e verde in – tinta assoluto.

di poca carta

foto di Romina Dughero

sono gli interminabili, muti controcanti dedicati alla bellezza

racchiusa in un orto, rovesciata dalla neve,

bianca come geranio al davanzale di aprile anni fa

e ancora echeggia la voce e dice casa

La gemma che rilascia piano l’antico riverbero

quello delle stelle notturne e viceversa

delle strane linee degli occhi, dei rosmarini…

– i prati filati di voci, ricordi la gioia degli azzurri?

ricordo la gloria degli ulivi quando l’argento ti sfiorava il viso

e la presenza, tutte le parole…

Notturna l’ora che adombra le cose e le riposa

come le giostre che coprono le doglie

o le ginestre tra sassi e grida

silenzio e porta tra veglia e sonno

piccolo salto in luce è

l’angolo di strada che sta alla sinistra

l’occhio sostiene le schegge del vetro

la mano a segnare l’impronta.

*

improvvisando con Sebastiano A. Patanè

 

acerbe lettere per dire

Duy Huynh

vita benedizione e rinascita

era il prato delle danzanti

parole-saltello, parola-bendata

voce nel gioco di dama

mani a trattenere

la veste slegata

.

non hanno bocche nè orientamento

parole con-fuse

solo un suono

di sirene in contumacia

.

eppure ho bevuto

del fiore – parola

– pensoso germoglio del ventre-

nell’affanno il mio cielo

farsi prossimo al tuo.

*

frammento nato leggendo la pagina di un amico

http://ilsassonellostagno.wordpress.com/2012/04/09/ecco-il-gioco-delle-mani-di-sebastiano-a-patane/

la testa riavvolge il nastro

Svetlana Rumak

scorre il giardino d’attese

dell’ala non mastico parole

le velo le sporgo  abitate

di spugna e corallo

unite ferite e teche

il palmo ascolta il volo

in caduta la prima rondine

chiocciola infinito.

*

the garden of expectations flows

of the wing I don’ t  chew words

I cloud  them  I  stick  them out  inhabited

by sponge and corals

wounds and shrines  together

the palm listens to the flight

the first swallow falling

an endless spiral.

.

translation by dmk.

“Flowers” di Svetlana Rumak e mia riga

www.rumak.net

*

(accounts despite the anxiety that cuts the leaf. delicate vision remains)

. shouted the rain

you can not call you shadow

or write posthumously

star star

in the circle peeled.

.

(malgrado conti l’ansia che taglia la foglia. delicata resta la visione)

. la pioggia urlata

non puoi chiamarti ombra

nè sciverti postuma

stella stellina

nel cerchio sfogliato

un percorso di grano

Romina Dughero

era in un merletto tra i limoni

stava accesa . figura restituita

.

era di casa la parola

tra le mani bianche

di farina e mandorle

i piedi udivano il sentiero

gli occhi bendati

a scrivere voce che accoglie

spighe nel vaso

e un solo papavero

.

ti ho vista anima fanciulla

entrare in quel fiore.

Bluoltremare…tempo fa

Steven Kenny

avevi una libellula che sfogliava gemma per gemma
l’erbario dei pensieri
erano grani e inserti di giglio le parole
silenziose annodavano al tuo piede
le maree dei campi in maggio
quando le lucciole a fiocchi nevicano luci
sogni di chi ha voce di bambino.
Stavi seduta
assorta sul petalo di una storia
mentre sentivi nel volario tra i ricordi
l’unica voce che ti àncora
il mare antico che ti risillaba la bocca.

(28/08/07 da bluoltremare ad acquamarina)

*

è trascorso del tempo da quella lettera e tanta acqua è corsa tra i ponti e sotto la scorza del vento ancora chiama la prima voce come

di casa