dedicata (tra campane di verde)

foto di Ila Gi

più del tempo l’eco del mio so(g)no

più dell’acqua-memoria il vento al bordo

oltre le mani aperte sulla veste

tra bottoni di un lampo di luce

svelto affiora un ramo di silenzio

è zampillo di fantasma…

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stralcio (da 1° verbale – nel solco)

“Giardino d’estate” di Romina Dughero

perché è  una nascita ancora   lo stupore del giardino

la posa seducente delle dita quando dalla sacca amniotica della bocca

sul silenzio rosso della lingua seminano un pesce che guizza

una corolla semplice un’ ascesa

al movimento di quel parto.

il mondo per sempre (punti di colore)

fotografie Isabella Faro

è dell’ombra incurvare il sorriso nel balenare di rosa e cielo

contemplo /di foglie il tessuto mi veste e mi riga

mi sbuccia/sfoglia le mie cure…

.

tu eri con me nel respiro di corsa, nella veglia e nel sonno, nel ramo spezzato

nella stoffa leggera indossata d’estate, nel profumo di cipria e merletti,

in una rinuncia al volo, nel viaggio mancato,

in poche comete, fiocchi tu regina

nel teatro dei presenti e poi nei sogni vieni e già mi parli…

punto d’alloggio

Romina Dughero – Punto d’appoggio

sono gigli a tenermi

mi dondolano chiusa

come conchiglia

rigo-cciola sonno

il mondo danza puro

in una campana di vetro.

em

*

al bianco m’aggrappo s-vestita di muro in calce

aggiungo petali al contorno e ri-tratto senza spine

il ventre scoperto lascia intravedere il legame

con la tovaglia d’angolo e merletto..

(Angela Greco)

.

il ventre sorride tra il bianco netto di tutte le assenze
che attendono [origine] annidate in quel taglio
di pelle fiorito tra lo sguardo nascosto e la mano
non c’è un appiglio uno che scardini il centro
che viri il dettato vagito silenzio di questo restare
nel corpo perduto un ricordo
di quando eravamo insieme, confusi
di quando la carne era nido soffice altare
e tutto era sangue ed eco di cuore – uno scoppio –

e tutto era madre

[Silvia Rosa]

.

http://ilsassonellostagno.wordpress.com/2012/06/19/n10-sassolini/

in viaggio da un secolo (incipit e frammento)

foto di Romina Dughero

linfa scorre e genera figlie di luce

ed io assisto alla mia nascita seduta

accanto al viaggio a ritroso di mia madre

*

nei toni di tregua

condurre tra le mani una cassetta di gioie

le prime cose tra le foglie

sono bianche,brevi,composte

dolci ondulazioni, accordi stretti

lo scialle piegato dal tempo reca il suo odore

rotto come orologio che si è fermato

la spilla punge e leviga scottature di luce

incedere della poesia / di colore beve /silenzio incalza

lavoro di frammenti nel giugno tua nascita

a cogliere rose mute mi trasporto

nella non misura del tempo.

fiaba X di Paola Lovisolo

immagine  Maggie Taylor

per ingrandir a miglior risoluzione

le favole che mia madre non mi lesse

a cento anni inforco lenti spesse

e vado a caccia di stupefazione

ma tutto mi si sfascia il libro antico

il tempo a sè lo chiama giusto adesso

e mentre esso si sbriciola sbiadendo

una cosa par dirmi nell’istante:

attenta a veglia il mio orecchio accosto

invece è solo la mia età che parla

come da foglio non calzante a inchiostro.

Il profumo delle tre melarance

foto di Romina Dughero

sono tra i colori viva o forse mi illudo di essere

fiato che assolve dal tempo che stinge i capelli

dalla serenata di una cattiva abitudine

il profumo intenso della luce pervade

dovrei forse togliere il cappello e far volare gli uccellini che vi albergano?

 

una scrittura di Vera D’Atri

Mike Worrall

Cadono le semestrali obiezioni

e l’infanzia riconquista i suoi divieti.

Come allora io so che si decide tutto altrove;

così di quei giorni spaventati

e su quel muro di mie fucilazioni, bianco,

sugli anni di baruffe e  simboli spazzati via

 

leggo e rileggo questo istante.