foto-grafie

foto Giuseppe Cozzi

gc

abbaglio di note/ di voci piccole che escono dal grembo

in un soffio svestirsi di aghi

bianco sospende

l’orizzonte

*

foto Sarah Maria Raun

sarah maria raun

inchiostri di luce

ciondolii allegri

desinenze

morbidi pennini sfuggiti

all’orecchio

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Incipio, Rosemily Paticchio

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Oggi propongo due testi di Rosemily Paticchio, dalla raccolta Incipio  (2012, Arca Felice).

Mi piace accompagnarli con brevi considerazioni elaborate durante la lettura.

La parola creatrice chiama all’esistenza il nominato. Le parole dell’autrice nominano le cose, tentano di porgerle come “neve” e “stupore” improvviso. Fragile è il nome, inafferrabile (“senza nome”). Resta la lotta oltre l’umano per scongiurare il niente, il buio che priva le cose dei colori. Accade che nasca o sia in procinto di nascere un seme-sogno, il “sogno dentro al sogno”.

E’ il sogno ad accendere il fuoco e tutti i recinti di ombre e desiderio e sono i suoi segni il “sogno integerrimo”.

La casa dove sosta la parola di Rosemily Paticchio è nella pancia della notte o forse nella prima pancia.

Le immagini esplodono e fecondano, emergono naufraghe, nutrite di acqua corrono in un divenire frastornante, come oracoli si affrettano a evocare.

Mai statico il linguaggio, parlante una molteplicità di visioni, accensioni quasi febbrili, incontenibili nel tessere un filo tra natura/e e trascendente.

                                                              ***

Prima di tutto era la gioia di neve

l’improvviso stupore del ghiaccio

nel contatto gelido

era la corolla a invocare il bocciolo

il nettare a contemplare la sostanza.

Prima di tutto era l’assenza straripante di colori

era l’insieme riassuntivo dei teoremi

la grazia nascente di un batterio

nel primitivo pulsare di elementi.

Prima di tutto era un nome

senza nome

l’impronunciabile antimateria

che declinò in polvere

autografata da uno zero.

Prima di tutto era la fiamma

che bruciava lenta senza sapere

la matrice che coniò il primo stampo

Era la gestazione di un seme

un agguato teso alle sorgenti del sole

un sogno dentro al sogno

una lotta sovrumana contro il tempo.

*

Spazi segreti

Come esiste mughetto tra i fiori di campo

esiste luogo d’incanto

che non risiede ma ci ho visto viaggiare

su battelli sospinti a vapore

la creatura leggera e slanciata

a pochi passi da Dio

con l’anima assetata di cristallo

straripante di petali e forme

nel respiro un infuso di tisana

e vapori di agrumi sul volto

coinquilino dell’erba rugiada.

Glicine e perla

immagine Agnese Gatto

agnese gatto

vi è un filo di azzurro che chiuse la cicatrice e destò il sogno di essere viva/poter continuare a inebriarsi di occhi e cielo, di soli e solitudine radiosa come tangibile abbraccio

lettere che corrono via

“Lettere fra i lacci”
Kalandraka Edizioni

ill. Marina Marcolin

marina marcolin lettere

corporea illustrazione

di tremante rugiada

era di garza il giorno

una cicatrice celeste

*

“Il segreto del signor L”
Lapis Edizioni 2012
(part.)
ill. Marina Marcolin

Il segreto del signor L

sogno che lieve avanza

di stanze coperte

apri(mi)

il grano del passo

 

giro-tondo

Antonella Caraceni

antonella_caraceni_3

voce staccata
di coccio, di
pane raffermo
-cuciture dei passi-
e tento di salvare
ogni
ferita
sbiadita

ti sfioro

come corolla d’acqua

che disseta