da Non camminare scalzo di Rita Pacilio

Romina Dughero

romi

 

Mi sono coricata sulle scale

tra i calcinacci del mio corpo

ora cado dall’intonaco vuoto

trapasso i muri con le ali

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Voci di pietra: una foto di Elio Scarciglia

elio scarciglia

Dietro al rosone

Tu fai dell’arsura

Un canto di passi

(e.m.)

.

Dura di pietra
purezza della rosa
che  vuole aprire l’aria
e  coi suoi raggi il celeste di nubi tormentose deflora
celestiale rosa cresciuta in terra ubertosa
per rendere dell’umana perfezione la rosa vergine gioiosa
dove carnalità e passione  amorosa disegnano altra  rosa
in un discorso breve e caduco
la chiave di un simbolo sotto l’albero del sambuco
che mente e cuore illumina
nel macro del cosmo
infinito il  dio e il  luogo
di una luce senza traccia
che ieri come adesso ci tocca e
sfiora d’ogni petalo la rosa
con spine e aroma dell’amore
che non resta se non il pungolo
dentro cui la vita ruota
da un antico giardino
dove  tutto è passato e peccato
nella bocca l’amaro di un eden abbandonato
rosa mistica del tempo che passa
rosa fragrans di memoria tessuta
rubra rosa della sorellanza tra ciò che si è
e ciò che si è ancora
rosas das rosas vita imperitura e imperiosa
rosa della novella buona
che nasce e attimo per attimo
ci rinasce ancora

f.f.

.

Fa capolino il tempo
e spartisce, la pietra.
Guida lo sguardo e sonda.

Anna Maria Curci

.

è già nella pietra la perfezione del gesto,
un filo di luce
a ricamare nel buio

Mariangela Ruggiu

Corpo d’autunno tra stelle rosse / quadri del tempo

vedono la mia vita le foglie timide di vento/ imparano a memoria i gesti e la distanza/passano fili d’anima (e.m.)

.

Romina Dughero

Rd

non raccogliere le foglie dell’autunno
mancheranno al vento
quando leggerà il colore della mia tua vita
legale una all’altra con questo filo giallo

(Mariangela Ruggiu)

.

mentre si capovolge foglia
e mostra striature
accoglie raggi
riflette e li rimbalza

(Anna Maria Curci)

.

I pensieri rimano con il rosso dell’amore /l’anima respira/ ricama foglie di sole con fili di seta.
(Daniela Rosi)

Romi

Ho una casa foglia che sta sulla faccia

Accedo naufraga dall’acqua di mia madre

Natante

Al rosso del cosmo (e.m.)

.

nelle cornici deserte
erano di rosso le bocche
alle orbite del cielo
si viaggiava uniti a un filo di vento
le foglie stupite
volando

(Federica Nightingale)

.

coperta di foglie colorate
a coprire il quadro
appese su fili di melagrana
lievi luccichii di rubini

conservano ricordi
illustrati

(Martamara)

r

Il cielo si spalanca senza stelle

Sfiorisce l’orto delle attese

Di amore – un velo sottile.

(e.m.)

.

sotto un cielo
di foglie filiformi
respiri di colori
nell’attimo
aurora che nasce

a sud l’astro è già

(martamara)

.

imparo dal vento

la posa del sole

tocco vermiglio

nel gioco del tuono

(MCristina Ferrari)

.

Colori di antiche ere fioriscono
in grembo
in questo sfarsi del tempo.

Un trasmutare d’anima
prima che luce rinasca.

(Valentina Rinaldin)

rd

Sento dal mare salire un tessuto di onde

le porte spalancate spargono aromi

sulle labbra ti attendo

(e.m.)

.

sfera la notte

timpani del nulla

in timbri di penombra

lo schiudersi canzone

(MCristina Ferrari)

In volo di Federica Nightingale

aëla labbé

Aëla Labbé .

 

In volo

raccoglievi sibili

le ante socchiuse

tremavano

oltre gli occhi destati

Annuivano

le fessure d’orizzonte

sui declivi,

giungeva brezza

di partenze e disturbo

calibrati alle mezze tinte

Diverse le ore

che non tornano

(me ormai)

sul filo di lana del mattino

Mine rosse di Fernanda Ferraresso

messe a letargo tutte le piante
potato le rose
tagliato gli steli secchi della menta e dell’origano
tagliate le ultime foglie gialle dei bulbi di amarillo
dopo l’esplosione all’inizio dell’estate i suoi profondi rossi
sono appassiti e i verdi in larghe foglie hanno guardato il cielo fino a questi giorni grigi
ora è tempo di silenzio della parola prolungata della pioggia o della nebbia e poi anche la neve verrà a farci visita
nel sonno sarà un sogno
e poco dopo il risveglio
vita
mentre ora l’autunno brilla
le sue ultime mine rosse

 

rosse

incipit (estemporaneo) per marta

mi stava sulla testa un punto rosso come un’esclamazione precisa o una parola sognata di dire eppure taciuta alle lusinghe del fare

lascia che le parole tornino
come le foglie agli alberi
dopo l’inverno

era il cerchio del silenzio ad espandere il segmento del respiro, a farmi rinascere trama sottile e fiato, vaso e grembo e gambo di fiore segnato da ciò che è sete e trabocca, a volte, di sguardo pensoso a correre bendato ma protetto, oltre il disegno di nuvole a fiocchi…

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