Barbara Coleman Dubois

«Ora se ne sono andati tutti, – disse Louis. – Sono rimasto solo. Sono entrati in casa per fare colazione, io sono rimasto in piedi contro il muro, tra le piante. E’ mattina presto, la lezione non è ancora cominciata. I fiori spiccano ad uno ad uno contro il fondale verde. I petali sono arlecchini. Gli steli emergono dai buchi neri sottoterra. I fiori sono pesci di luce che nuotano in acque verdi, scure. Ho in mano uno stelo. Io sono lo stelo. Le mie radici affondano nelle profondità del mondo, in una terra prima secca, dura, poi umida, sempre piu giù, attraverso vene di piombo e di argento. Sono pura radice. Ogni specie di vibrazione mi scuote, e il peso della terra grava sulle mie costole. In alto i miei occhi sono foglie verdi, non vedono. In alto sono un ragazzo in pantaloni di flanella grigia con una cintura che ha per fibbia un serpente di bronzo. Giu in basso i miei occhi sono le orbite senza palpebre di una statua nel deserto del Nilo. Vedo donne con anfore rosse che scendono al fiume; vedo cammelli ondeggianti e uomini in turbante. Sento degli scalpitii, dei tremolii, tutta un’agitazione intorno a me. Quassu Bernard, Neville, Jinny e Susan (non Rhoda)vanno rasente le aiuole con le loro retine. Staccano le farfalle dalle corolle reclinate dei fiori. Sfiorano la superficie del mondo. Le retine si riempiono di ali palpitanti. “Louis ! Louis ! Louis ! ” gridano. Non mi vedono.Sono dall’altro lato della siepe. Ci sono soltanto dei piccoli pertugi tra le foglie. Oh, Signore fa’ che passino oltre. Signore, fa’ che depongano le loro farfalle in un fazzoletto sulla ghiaia. Fa’ che contino le ninfali,le vanesse, le rapaiole. Ma che non mi vedano. All’ombra della siepe sono verde come un cespuglio di tasso. I miei capelli sono foglie. Affondo le radici nel centro della terra. Il mio corpo è uno stelo, che schiaccio.Dal buco della bocca esce una goccia che lenta, densa, via via si ingrandisce. Un che di rosa mi invade la retina. Nella fessura si infila il lampo di uno sguardo. Il suo raggio mi colpisce. Sono un ragazzo con indosso un abito di flanella grigio. Mi ha trovato. Sento un colpo alla nuca. Mi bacia. Va tutto in pezzi». . «Correvo, – disse Jinny, – dopo colazione. Vidi un tremolio di foglie nel buco della siepe. Pensai: “Deve essere un uccello nel nido”. Separai le foglie, guardai;ma non c’erano uccelli nel nido. Le foglie continuavano a tremare. Mi spaventai. Corsi via passando davanti a Susan, a Rhoda, a Neville e Bernard, che erano nel capanno degli attrezzi e parlavano. Mentre correvo sempre piu forte, piangevo. Che cosa aveva mosso le foglie? Che cosa muoveva il mio cuore, le gambe? E mi precipitai e ti vidi, Louis, verde come un cespuglio, fermo immobile come un ramo, con gli occhi fissi. “E morto ?” pensai, e ti baciai, col cuore che sotto l’abito rosa batteva forte, come le foglie che tremano sempre, anche se non c’è niente che le muove. Sento l’odore del geranio; il profumo della terra. Danzo. Ondeggio. Sono spinta verso di te come fossi una rete di luce. Ora , ti sto addosso tutta tremante.»