Tenendo per mano l’ombra

immersa nel tempo

avvolgo la mia ombra

la coloro di fiabe

bianca    si posa

lieve come fiore di luce

apre al segreto

nutre il mio giardino

splendore di arcobaleno

.

opera di Laurent Hours

Laurent Hours

Pubblicità

Imparare di Federica Nightingale

Imparare

A distribuire

fitte

coltri

specchi

Bordi

ghiaccio

Pena

disaccordi

Per rientrare in me

Imparare a sterminare

Legami

Rotte

Livori

Vite precedenti

Per ritrovare me

Imparare una parola nuova

Che s’adatti

Si sciolga

S’imponga

Soddisfi

Ritempri

Me nuda di nuovo

Contare le sillabe dal di dentro

Colorarle mediamente in bleu

Riscriverle in un indaco pressante

Farle fiorire pensandole

E increspare l’età più ingrata

Per donarla al tempo

Come se non esistesse altro tempo

Mi si stancano le membra

Fragili stentano

A ripartire nel suono

Nel significato

Senso prediletto o odiato

Detestato del non detto

Del detto troppo

Dell’inettitudine spinta

Dove i giorni sfilano

Affaticati per dire

Gridare che un fuoco

Brucia violento

Ogni volta che passi di qui

E vai, sui miei occhi

A imbianchire lacrime

Inforcare pietre cave

Che mi entrano nel corpo

E vorrei non pensare

Che se t’ho voluto

Ora non c’è più sorriso

Non c’è più suono né abbraccio

Dentro il fiato rema contro

Soffoca la natura lieve di com’eravamo

Per dire che sei stato e non sei più

Né sono io ormai neppure

Un segno

Un punto di sospensione

.

Foto Romina Dughero

Romina Dughero

 

Nota: la poesia è tratta da Traducendo Einsamkeit, Terra d’Ulivi 2014

 

Ogni volta dalla prima volta di Fernanda Ferraresso

immagine-Anahata Katkin

Anahata Katkin

 

ogni giorno con precisione

puntuale vengo ad aspettarti

so che non sei un sogno

baleni nel foglio e poi scompari

dietro segni digitali

una pioggia debole di atomi

che vibrano la pagina

componendone i suoni in colori di parole

e il vento spezza qui e là le righe

appena vergate

una brezza tesa a raggiungere

l’altro l’altra spiaggia l’altro sguardo

una specie di acquedotto

in cui le acque della memoria scorrono

lungo un albero che in radici e rami

si moltiplica

e un ritmo di gocce

tra quegli alberi

giustifica il senso di ogni

marcato risveglio

poi un grumo di nuvole

passa si articola

si posa sui prati

e un treno marcia

lungo binari che scompaiono

lontano

verso l’eclissi di quelle parole

mentre le loro tracce restano

qui e là dipinte

in scene sconosciute

tra persone mai incontrate

che ancora e nuove

le riannodano all’origine

 

ma dove

Sally Parnis

Sally Parnis

il tempo ha scucito il nido

e sono io la rondine

e mi trasporto

in territori d’aria faccio

orme e neve

non dove dico

di voler tornare

ma dove il silenzio

come abito ottengo