immersa nel tempo
avvolgo la mia ombra
la coloro di fiabe
bianca si posa
lieve come fiore di luce
apre al segreto
nutre il mio giardino
splendore di arcobaleno
.
opera di Laurent Hours
Imparare
A distribuire
fitte
coltri
specchi
Bordi
ghiaccio
Pena
disaccordi
Per rientrare in me
Imparare a sterminare
Legami
Rotte
Livori
Vite precedenti
Per ritrovare me
Imparare una parola nuova
Che s’adatti
Si sciolga
S’imponga
Soddisfi
Ritempri
Me nuda di nuovo
Contare le sillabe dal di dentro
Colorarle mediamente in bleu
Riscriverle in un indaco pressante
Farle fiorire pensandole
E increspare l’età più ingrata
Per donarla al tempo
Come se non esistesse altro tempo
Mi si stancano le membra
Fragili stentano
A ripartire nel suono
Nel significato
Senso prediletto o odiato
Detestato del non detto
Del detto troppo
Dell’inettitudine spinta
Dove i giorni sfilano
Affaticati per dire
Gridare che un fuoco
Brucia violento
Ogni volta che passi di qui
E vai, sui miei occhi
A imbianchire lacrime
Inforcare pietre cave
Che mi entrano nel corpo
E vorrei non pensare
Che se t’ho voluto
Ora non c’è più sorriso
Non c’è più suono né abbraccio
Dentro il fiato rema contro
Soffoca la natura lieve di com’eravamo
Per dire che sei stato e non sei più
Né sono io ormai neppure
Un segno
Un punto di sospensione
.
Foto Romina Dughero
Nota: la poesia è tratta da Traducendo Einsamkeit, Terra d’Ulivi 2014
immagine-Anahata Katkin
ogni giorno con precisione
puntuale vengo ad aspettarti
so che non sei un sogno
baleni nel foglio e poi scompari
dietro segni digitali
una pioggia debole di atomi
che vibrano la pagina
componendone i suoni in colori di parole
e il vento spezza qui e là le righe
appena vergate
una brezza tesa a raggiungere
l’altro l’altra spiaggia l’altro sguardo
una specie di acquedotto
in cui le acque della memoria scorrono
lungo un albero che in radici e rami
si moltiplica
e un ritmo di gocce
tra quegli alberi
giustifica il senso di ogni
marcato risveglio
poi un grumo di nuvole
passa si articola
si posa sui prati
e un treno marcia
lungo binari che scompaiono
lontano
verso l’eclissi di quelle parole
mentre le loro tracce restano
qui e là dipinte
in scene sconosciute
tra persone mai incontrate
che ancora e nuove
le riannodano all’origine