
Quando il corpo della realtà si sgrana e allenta il suo abbraccio, che tante volte nell’infanzia era stato tutt’uno con il corpo della madre, affiora il vuoto e insieme ad esso per fortuna una nuova ricerca di contatto, di fusione. Si acuisce così un sesto senso che lavora per immagini e che per attimi ci porta alla visione, ad altri “momenti d’essere” in cui ogni cosa è inizio e continuazione di un’altra e questo accade anche con la scrittura che dà unità e durata a ciò che era stato interrotto.
Sono tanti i momenti d’essere che Elina Miticocchio narra con i suoi versi nella sua nuova raccolta Semi di parole (Associazione Culturale Exosphere PoesiArtEventi, nella Collana Exosphere Plaquettes, 2015), accanto a lei la voce narrante è quella di una bambina-figlia-madre che le porta protezione con “una innocente memoria” mentre lei stende davanti al vuoto ”un…