Dire grazie

Giusy Celeste

Giusy Celeste

Ci sono incontri che accendono sguardi e attenzione. Attraversano la distanza geografica, la ignorano, spesso, navigano vie di “sorellanza”.

Il gesto di tenere tra le mani il mio libro “Le stanze del vento” ha un significato profondo e chiaro, vuole dire aver scelto di percorrere insieme una strada tenendosi vicine, anime ed esperienze di vita diverse, dolcezza malinconica in comune.

Grazie Giusy Celeste

Pubblicità

“Angeli” (Carthusia Edizioni, 2017)

copertina di Angeli

Ho tra le mani una splendida creatura di carta, ogni sua pagina profuma di fresco.
E’ un albo splendente, curato, conosce il mare e il seme del viaggio e giunge da lontano.
Nasce dai versi struggenti di Emily Dickinson, illustrati, verso dopo verso, dall’artista Sonia MariaLuce Possentini. Inaugura la collana “Magnifici versi”a cura di Teresa Porcella.
Sono catturata dalle immagini e in esse mi avventuro, senza leggere le parole, seguendo la linea delineata dalle figure, dagli sguardi che disegnano tracce per il mio ascolto.
Traccio sul foglio qualche annotazione, prima a matita, poi la ricalco a penna e la porto qui, per un comune sentire l’alchimia perfetta tra il testo poetico, elegante, raffinatissimo e le illustrazioni di Sonia MariaLuce Possentini.
Gli Angeli sono viaggiatori di Cielo, ci portano la notte, e una parte del mattino. Sono cicatrici celesti, sigillo di significati.
Nella notte luminosissima entrano a visitarci, accendono i nostri recinti fatti di ombre e di paure, si fanno nostra terra interiore e ci rendono fecondi di sogni.
Noi siamo terra di sogni e vie d’acqua, mai soli ma presenza del mondo che a chiave teniamo dentro, nel nostro corpo naufrago.
Gli Angeli – questo mi suggeriscono le parole e le immagini – ci stanno accanto fin dal primo nostro istante, dalla prima voce, fino ad appartenerci per sempre.

Foggia, 29 ottobre 2017

Nota: “Angeli” uscirà in libreria a metà novembre ed è stato presentato in questi giorni in anteprima alla fiera dell’editoria BuchFestival a Foggia

 

 

Appunti

Illustrazione Greg Spalenka

Greg Spalenka.jpg

Conosco i semi della felicita’
Sono i miei occhi
che costruiscono nuove stagioni
e non si arrendono alle foglie cadute
ed assaporano il frutto malinconico
che tanta bellezza porta
Al cuore

.

Nel bianco che affolla la mente
nel verde che la congiunge al cuore
apro le porte al mio giardino
un luogo semplice e profondo
in cui corro coi pensieri
nel folto delle paure
nella pena del buio

.

Amo le parole che saltellano sul foglio
le virgole alate
Faccio tasche d’amore
per riporle

la bambina esce dal sonno di Mariangela Ruggiu

opera di Dominique Fortin

Dominique Fortin

la bambina esce dal sonno
non distingue il margine delle cose

esce dal sogno e ritorna,
non conta, spezza il bordo del tempo
e ride di me che misuro il possibile

la bambina mi guarda, sorride
e trema, ha ancora ricordi di paura
quando il buio avvolgeva ogni cosa
e il pianto era l’unica strada

poi la luce mi è entrata negli occhi
e nelle parole, gioco più prezioso
delle bambole è entrare nel silenzio

la bambina conosce il senso magico
della poesia, spezza le regole del suono
e scrive del tempo che diviene

Nel bianco e nel verde

Photography by Katia Chausheva
Copyright © Katia Chausheva

Katia Chausheva

Nel bianco che affolla la mente
nel verde che la congiunge al cuore
apro le porte al mio giardino
un luogo semplice e profondo
in cui corro coi pensieri
nel folto delle paure
nella pena del buio

.

Raccontami la nostalgia
il canto dei prodigi
lo scrigno è ancora colmo

pochi petali per sfogliare
un sogno di madreperla

.

Al risveglio sto sulla porta
ho reliquie di favole
ancora mi tingono gli occhi
vorrei portarle al tuo sguardo
in un fazzoletto di stoffa buono
il mio sfiorato dono

.

rifiorire
ripiantarsi ogni giorno
nel sole e nelle stelle
nel pianto nel sorriso
ritrovarsi foglia rossa
mossa al passaggio
del vento che sillaba
la bocca

Elina Miticocchio

Grazie a Cristina Bove per avermi voluta come ospite del blog “Il giardino dei poeti”

il giardino dei poeti

Le stanze di elina miticocchioElina Miticocchio, Le stanze del vento. Prefazione di Angela De Leo
SECOP edizioni 2016

Io sono qui

Sotto di me vedo passare uomini solitari

Nessuno incrocia il mio sguardo

Il mio sguardo è una preghiera per il mondo

e per il prato

Sul prato un giorno vorrò stendermi

a braccia piccole e aperte

chiamerò il cielo

senza parole, senza domande

Non avrò stanze di solitudine

Solo nel viaggio il saluto

e un segreto al posto del buio

Sarà compimento

(pag. 57)

Sono nata sull’acqua

Sono nata sull’acqua

protetta, odorosa di fiori innocenti

quasi dipinta nel semicerchio di un arcobaleno

la mia prima stanza è stata mia madre

la sua paura che non vedessi la luce

avevo sete di terra e di foglie

– non ho avuto figlie

trasparenze che ho acceso

come passaggi lunari

ora cammino e invento

piccole lanterne e preghiere

per rischiarare il buio della casa

(pag…

View original post 633 altre parole