Mi preme evidenziare una precisazione fornita da Fernanda sull’argomento di cui leggete (o avrete letto) in basso:

“La mia iniziale idea era un’altra,a dire il vero, e cioè mi sarebbe piaciuto sapere in che modo chi legge avrebbe scelto dei testi apparsi qui, producendo in proprio una raccolta di testi. “Strappando”,metaforicamente, da questo block notes i testi che più sono piaciuti, il lettore compone il suo quaderno,anche perché non è detto che tutti scrivano a loro volta.
Elina ha poi elaborato a modo suo la mia proposta, proponendo un altro genere di lavoro, ma questo implica che il lettore sia anche qualcuno che scrive,cosa invece non indispensabile, a mio modo di vedere”.

 

Poiché pensiamo che le due idee possano camminare entrambe vi invitiamo nuovamente all’adesione.


3 risposte a “P.S. per “Stanze di parola””

  1. Avatar elina

    penso vada bene ora
    ciao Api

  2. Avatar api
    api

    scusatemi…ho fatto un errore nel copiare.
    se puoi sistemarla, eli, così il testo non ne viene disturbato. grazie. a te e grazie a ferni.
    api

  3. Avatar api
    api

    FERNIROSSO webBLOCK

    quante parole servono

    per dire di questo mondo e quante

    ne servono per dire il sole o la luna

    o solo di te

    che mi stai vicino da giorni e giorni.

    Quante parole ancora dovrò aspettare

    e inventare per dire quanto sento dentro me

    e cosa sono

    visto che ancora non mi conosco

    e non ho ancora molto tempo per scoprirlo.

    Quante

    quante parole posso tenere in una mano

    accarezzando l’erba i fiori la terra di questo angolo di giardino

    quante ne posso sfiorare tenendo il palmo rivolto verso il cielo

    o immerso dentro l’acqua del fiume.

    Quante parole dovranno scorrermi addosso e dentro

    senza che io le riconosca e le pronunci

    per dire finalmente tutto ciò che mi anima il battito

    ciò che muove i miei pensieri quando non sono sveglio.

    Quanto dovrò ancora ascoltare il silenzio per imparare

    a dire una parola

    che abbia la luce o la notte dentro

    e che si riproduca da sola come un seme nel solco della terra

    dentro di noi come fossimo un corpo intero.

    E che si faccesse piccola

    vorrei ogni parola sbagliata

    piccola e incantata quanto una goccia di rugiada

    o una scaglia di ruggine

    una squama di un pesce

    e giocasse a palla tra noi e l’infinito

    labbro della vita che si accresce solo pronunciandola

    in un sussurro e dentro il grido riesce a volare alta quanto un falco.

    Oh, quante parole ho ancora nella bocca e nella gola si mettono in fila

    tessendo qualcosa che non ho ancora immaginato

    o che ancora nemmeno esiste

    ma è in me

    come l’acqua di un grande immenso oceano

    venuto dagli albori della creazione solo per farsi navigare.

    Oh, quante persone ancora dovranno nascere

    portando con sé un grosso baule di vocali

    e altrettante consonanti o forse altre

    lettere marziane

    per dare lettura di tanti tantissimi pianeti avvicinatesi alle nostre

    terrestri ellissi di parola.

    Quante lune dovranno precipitare

    e quante mani dovranno incrociarsi tra il sogno e i segni

    del mistero

    non ancora evaso dal cerchio della nostra parola infestata

    di fantasmi e futuro

    prima che sia detta anche una sola verità.

    http://fernirosso.wordpress.com/2008/12/22/quante-parole-servono/#comments

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