T. Setowski
altalenava la parola elastica
di vecchio grammofono tra pendoli a cucù
chi il pittore del vasto scenario
chi moltiplicava stelle e le chiamava rose
una rosa al vento, una canna sferzata dalla neve
un treno lanciato in velocità alla luce di lanterna
magica ombra capovolta il cinguettio
il passo leggero tra i rami d’albero antico
e pioggia a bagnare il cuore
un tonfo di sasso nell’acquario
la fuga intrappolata di un segno sul foglio
sottile transito tra pareti di pietra
e gigli di mare.
Un intervallo il tempo della pagina
un vago asse, un punto
dentro il mio quaderno degli ap-punti.
*
di seguito la pagina dell’incontro
http://fernirosso.wordpress.com/2008/03/26/e-s-componendosi-che-si-ri-compone/
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dentro la pagina s’incontrano i mondi… bellissimi i tuoi versi… e l’immagine
ciao Mirella …è il caso di dire “memorie” della luna…
dal “sasso” di Angela Greco il passo è breve..
è vero, come in un gioco di specchi che rimanda ad altro, ed è sempre bellezza…
…effettivamente le rose hanno qualcosa di stelle, forse perché entrambe per me rievocano il cielo ed i sogni…belli i versi e ricchi d’immagini ed emozioni…poi, come ho letto nei commenti, ad unire e richiamare ci sono passi brevi come sassi e sempre belli :-)!! un abbraccio a ciascuna